Le Relazioni d'Amore e l'Attaccamento

“L’amore è una questione di chimica” quante volte ti è capitato di sentirti dire questa frase e di pensare a cosa significasse davvero avere quella “sintonia” con qualcuno, tanto da farti dire di aver trovato la persona giusta per te?

Io direi piuttosto che l’amore è una questione di “stili di attaccamento”.

La relazione primaria tra la madre (o meglio il caregiver) e il bambino, rappresenta, infatti, il prototipo delle future relazioni d’amore che lui andrà a costruire col proprio partner amoroso. Le relazioni con le nostre figure genitoriali, orientano quello che è il nostro modello di attaccamento, ossia un sistema comportamentale che è presente per tutta la vita della persona e che definisce a livello emotivo, cognitivo e comportamentale il suo modo di vivere le relazioni, compresa quella di coppia. Ogni persona svilupperà, quindi, un proprio e personale stile di attaccamento modulato dalla relazione con la madre (o con chi se ne prende cura), a a seconda della tipologia di risposta dell’adulto, alle esigenze del bambino.

Spesso ci si domanda, “come mai ricerco sempre lo stesso tipo di partner?” o ancora “perché le mie relazioni non durano mai?” oppure “perché non riesco ad andare oltre una conoscenza e mi blocco?”

La risposta a queste domande, dipende in parte anche dal tuo personale stile di attaccamento.

Quali sono gli stili di attaccamento? 

Secondo J. Bowlby, il padre della “Teoria dell’Attaccamento”, i bambini hanno una predisposizione innata ad entrare in relazione con una figura di attaccamento, che nel tempo lo guidano nelle modalità di formazione e nel mantenimento delle relazioni.

Bowlby (1969) individue tre tipologie di attaccamento, successivamente integrate da Main e Salomon (1990), con una quarta tipologia; quindi, ad oggi se ne individuano quattro di modalità di attaccamento:

Attaccamento sicuro: in una relazione di attaccamento sicuro, il genitore rappresenta un “porto sicuro” al quale il bambino può rivolgersi per conforto e sostegno quando ne sente il bisogno, esprimendosi liberamente nelle sue frustrazioni, nella sua volontà di allontanarsi o nel suo bisogno di vicinanza. Il bambino ha fiducia che i suoi bisogni saranno soddisfatti dal genitore dal momento in cui emergeranno.

Attaccamento insicuro-evitante: i bambini con questa tipologia di attaccamento non ricercano il sostegno del genitore, come fanno invece i bambini sicuri, e il fatto che questi bambini non cerchino il supporto, non significa che non ne avvertano il bisogno, ma piuttosto che non si sentono sicuri di ricevere una risposta confortante da parte del genitore quando gli mostrano la loro richiesta. Il bambino, quindi, non ha fiducia nel ricevere conforto dal genitore quando si sente male e quindi ha difficoltà a manifestare i propri bisogni di attaccamento. Invece di affrontare apertamente la situazione e cercare supporto, il bambino preferisce proteggersi dall’eventuale delusione o mancanza di risposta positiva da parte del genitore.

Attaccamento insicuro-ambivalente: questi bambini provano un alto livello di ansia riguardo alla disponibilità del genitore e alla possibilità di soddisfare i propri bisogni di attaccamento. A differenza dei bambini con attaccamento sicuro, che di solito si calmano e si ricongiungono con il genitore dopo un periodo di allontanamento, i bambini con attaccamento insicuro-ambivalente restano agitati e a volte arrabbiati, nonostante la presenza del genitore. Il bambino è costantemente preda dell’ansia riguardo alla disponibilità del genitore nei suoi confronti, che potrebbe esserci come non esserci e la mancanza di una risposta confortante da parte del genitore contribuisce ad alimentare ulteriormente questa ansia in modo persistente.

Attaccamento disorientato disorganizzato: i bambini con questo stile di attaccamento sembrano confusi, non seguono uno schema di comportamento. In questi casi, i bambini mostrano comportamenti spesso contraddittori, apparentemente non finalizzati a soddisfare i propri bisogni di attaccamento e riflettono la confusione e l’insicurezza del bambino nel rapporto con il genitore. Questo tipo di attaccamento pone una sfida particolare per genitori e caregiver nel fornire unsostegno emotivo adeguato e nella costruzione di una relazione di attaccamento sicura e stabile.

La qualità della relazione di attaccamento condiziona la nostra modalità di regolazione delle emozioni, come anche le capacità sociali che sviluppiamo e questo ci permette di comprendere l’importanza che le relazioni di attaccamento hanno nella costruzione e nello sviluppo della nostra mente adulta. Il rapporto madre-bambino è un rapporto di tipo complementare: il bambino, infatti, chiede aiuto alla mamma o al caregiver, che lo protegge, lo conforta o lo coccola e si tratta di un rapporto asimmetrico che non può (o meglio, non dovrebbe mai) rovesciarsi. La relazione sentimentale, invece, si basa sulla reciprocità: entrambi i partner sono disposti a offrire e ricevere conforto.

Ma cosa succede quando non si ha avuto un attaccamento sicuro durante l’infanzia?
Grazia Attili (2004) descrive le relazioni affettive sulla base dello stile di attaccamento:
  • Il partner con uno stile sicuro tenderà a scegliere un partner affettivo con caratteristiche simili alle sue: mirerà a partner che lo facciano sentire amato e accettato, senza alcun bisogno di dover sempre chiedere loro di dargli certezze affettive; sarà quindi in grado di creare una relazione stabile e duratura basata su una profonda fiducia nel legame e caratterizzata da autonomia, intimità e indipendenza.
  • Il partner con uno stile di attaccamento evitante tendenzialmente ha molto successo con le donne e tenderà ad essere un amante molto gradevole, ma generalmente i suoi flirt non maturano in qualcosa di più, in un rapporto serio. La tipologia di relazioni che tende ad instaurare è di tipo sessuale e non affettivo e sente il bisogno di cambiare spesso. Non ha una concezione d’amore definita, tende a sentirsi un uomo di successo e inattaccabile dalle emozioni.
  • Il partner con un attaccamento ambivalente può avere diverse storie di amore, ma resta sempre legato alla sua famiglia di origine, con la quale ha però un rapporto conflittuale. Ogni volta che conosce qualcuno, vive momenti iniziali di grande emozione, che letteralmente lo travolge. Il bisogno di simbiosi con l’altro è forte e spesso tende a scegliere quel tipo di partner che non può darglielo: una persona distanziante, che non gli dà alcun tipo di certezza. È solitamente geloso, controllante, possessivo, autoritario e sceglie partner inaffidabili, non disposti ad impegnarsi sin dall’inizio Resta sempre nella fase dell’innamoramento, ha una forte ansia da separazione e una rabbia che resta sottotraccia. La possibilità di esplorare il mondo, di essere contento e di amare sulla base della sicurezza che può offrire una relazione consolidata, sono per lui dimensioni sconosciute.
Spesso, in conclusione, quando ti dici che incontri sempre persone sbagliate, non ti accorgi che, alla base del tuo aprirti al mondo, e quindi all’altro, ci sono le modalità relazionali che hai appreso durante la tua infanzia e hai portato avanti nel corso della tua vita, che ti hanno reso chi sei oggi.
Essere consapevole di questo comportamento può diventare per te una possibilità preziosa, perché ti consente di capire in che modo ciò che è stato ha determinato ciò che sei oggi e questo ti apre alla possibilità di metterlo in discussione
Se pensi che questo articolo descriva la situazione emotiva in cui ti stai trovando adesso, Contattami! Sarò felice di aiutarti in questo percorso di auto-accettazione e amore verso te stesso/a.

Dott.ssa Valentina Troiano
Psicologa e Psicodiagnosta
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Articolo scritto da: Dott.ssa Valentina Troiano


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