La sindrome di Cassandra: cos'è e come superarla

La sindrome di Cassandra

La Sindrome di Cassandra si configura come un disturbo psicologico che trae le sue origini dal mito greco di Cassandra.

Il mito di Cassandra

Figlia del re Priamo di Troia, Cassandra è una donna talmente bella che di lei si innamora il Dio Apollo che, per conquistare il suo cuore, le dona la capacità di poter predire il futuro. Nonostante il dono di Apollo, però, Cassandra respinge il suo amore e lui, che di tutta risposta, la punisce vanificando il dono che le ha fatto e condannandola a non essere mai creduta da nessuno: ogni sua veritiera profezia non verrà mai ascoltata da alcun chi. Il parlare diventa a questo punto, la condanna di Cassandra, che prova a salvare chi ha attorno da una sorte nefasta, senza però riuscirci mai, ma venendo, anzi, accusata di pazzia o ancora, umiliata e lasciata sola. Questo la porta nel tempo a cercare di trovare fuori di sé la conferma del proprio valore, ricercando l’approvazione di chi ha attorno; ma il continuo scontrarsi con il muro del “rifiuto” del non essere ascoltata, la porta ad assumersi ogni volta la responsabilità del suo fallimento nell’incontro con l’altro e a sentirsi quella che è inevitabilmente “sbagliata”.

Il mito di Cassandra è stato adottato nella psicologia per identificare quindi una persona pessimista, con visioni catastrofiche, vittima delle sue stesse aspettative negative.

La sindrome di Cassandra in psicologia

Nel 1949 il filosofo francese Gastón Bachelard, conia il termine “Cassandra Complex”, una sindrome caratterizzata da tre tratti: la presenza di una scarsa autostima, la paura costante nel vivere e il mettersi alla prova costantemente. Diventa, quindi, nel tempo,  una vera e propria condizione in cui la persona formula delle ipotesi negative che è estremamente convinto si realizzeranno senza poterlo evitare in alcun modo.

Aspettarsi il peggio senza poterlo evitare, diventa quasi una modalità di vivere la vita ed è proprio la Sindrome di Cassandra che, ad oggi, definiamo come quella patologia che porta la persona a formulare delle previsioni negative su di sé e sugli altri in modo regolare, come se fosse un’abitudine. Queste previsioni tendono a non essere credute, e portano spesso la persona a non avere fiducia in sé, al non sentirsi capita, all’essere esclusa e svalutata da parte degli altri.

Le persone con questa sindrome tendono ad avere uno spiccato bisogno di controllo delle cose e delle persone che hanno attorno, sono spaventate dalla felicità, perché sono convinte di non meritarla oppure, perché temono che da un momento all’altro possa infrangersi e farle ripiombare nella tristezza, questo le porta ad avere difficoltà anche a godere dei momenti belli, che sono spesso vissuti con ansia o angoscia.

A soffrire maggiormente di tale disturbo sono proprio le donne, che in genere sono maggiormente inclini all’autosvalutazione al non sentirsi prese in considerazione. Questo, spesso, porta all’emergere di un continuo bisogno di affermare il proprio valore da parte della persona, che inevitabilmente si fa carico della responsabilità di piacere all’altro e di essere approvata da lui. Nei rapporti sentimentali, si evince, inoltre, una tendenza al controllo dell’altro, di cui spesso si diventa gelosi per il timore di perderlo. Si evidenzia, quindi, una bassa autostima da parte della persona che soffre della Sindrome di Cassandra, che nel tentativo di mettersi costantemente alla prova, spesso ha difficoltà ad amarsi ed accettarsi per via di un profondo senso di inadeguatezza, arrivando a voler ottenere eccessivamente l’approvazione altrui. Chi soffre di questo disturbo, è spesso spinto dalla volontà di essere apprezzato da chi ha attorno, tanto da sentirsi “inutile” o “sconfitto” quando questo non succede, sentendosi scontento e infelice. Proprio come una sorta di profezia che si autoavvera, questa modalità di porsi nei confronti degli altri, genera, in chi le vive, un atteggiamento rinunciatario, di chi si arrende passivamente al proprio destino.

Come superare la sindrome di Cassandra

Dalla sindrome di Cassandra si può guarire innanzitutto partendo dalla “radice” del problema, andando a capire qual è la vera origine del tuo schema mentale e le ragioni per cui si è andato a strutturare così rigidamente; si tratta di un lavoro estremamente delicato e complesso, e nel farlo può essere estremamente utile chiedere aiuto a uno psicologo.

È importante imparare a modificare il proprio modo di vedere le cose, passando da una “visione catastrofica” ad una più “concreta e oggettiva”, questo ti consentirà di aumentare la tua capacità di osservazione della realtà, facendoti uscire dal tuo loop negativo.

Altro aspetto fondamentale è quello di assumere un atteggiamento positivo nei confronti della vita: è importante prima di ogni cosa lavorare sulla propria autostima e sulla gestione delle emozioni, soprattutto di quelle negative. Concentrati su ciò che ti  fa stare bene, su qui pensieri positivi che ti portano a vedere il mondo in un’ottica più ottimistica.

Impara a riprenderti il “qui ed ora” e goderti il presente che vivi, senza pensare che da un momento all’altro potrebbe accadere qualcosa di spiacevole e lo stesso prova a farlo anche nel tuo relazionarti con gli altri; infatti, più tendi ad avere un atteggiamento positivo e più attrai a te persone con le quali costruire legami significativi e importanti.

Chi soffre della sindrome di Cassandra vuole dimostrare il proprio valore all’altro a ogni costo per non sentirsi svalutato. Mette costantemente alla prova sé stesso e cade spesso nella trappola della profezia che si autoavvera: la persona che soffre della sindrome di Cassandra tenderà a sbagliare perché è ciò che si aspetta da sé stessa. L’effetto Cassandra genera cambiamenti psicologici molto importanti e l’aspetto più rilevante sta proprio nel fatto che più gli altri sottovalutano la persona, più anche lei inizierà a farlo, colpevolizzando sé stessa in modo assoluto.

Lascia andare quel bisogno di controllo sulle cose e sulle situazioni della tua vita, piuttosto, sforzati di accettare che le cose possono andare in una maniera diversa rispetto alle tue aspettative, e questo non è né una tragedia né tantomeno una catastrofe.
Se pensi che questo articolo descriva la situazione emotiva in cui ti stai trovando adesso, Contattami! Attraverso l’aiuto di uno specialista si può imparare a comunicare in modo efficace e a valorizzare le proprie risorse interiori per poter vivere più serenamente.


Dott.ssa Valentina Troiano
Psicologa e Psicodiagnosta
Tel. 348 626 0134

Ricevo a Roma, Fiumicino e Online

✅ Sostegno psicologico
✅ Sostegno delle emozioni
✅ Valutazione psicodiagnostica

Consulenza su base individuale, familiare e di coppia.

Articolo scritto da: Dott.ssa Valentina Troiano


Seguimi anche sulla mia pagina Instagram @valentinatroiano_psicologa